L’impatto della povertà sulle cure mediche in Italia: 2 milioni di persone non possono permettersi trattamenti medici.
Il 2022 ha segnato un punto di svolta preoccupante per l’accesso alle cure mediche in Italia. Fondazione Gimbe ha rivelato che quasi due milioni di italiani non hanno potuto permettersi cure mediche a causa di restrizioni economiche, evidenziando una grave crisi nel sistema sanitario nazionale.
La spesa ‘out-of-pocket’ e le sfide regionali
Il report di Gimbe sottolinea una spesa diretta delle famiglie italiane per la salute di quasi 37 miliardi di euro nel 2022, con un aumento significativo rispetto all’anno precedente. Questo onere economico è particolarmente pesante nel Mezzogiorno, dove molte famiglie, già provate da un’economia fragile, si trovano a rinunciare alle cure necessarie.
Disuguaglianze accentuate dalla povertà
Come riportato da affaritaliani.it, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commenta: “Dalle nostre analisi emergono tre considerazioni. Primo, l’entità della spesa out-of-pocket sottostima le mancate tutele pubbliche perché viene arginata da fenomeni conseguenti alle difficoltà economiche delle famiglie. In secondo luogo, questi fenomeni sono molto più frequenti nelle Regioni del Mezzogiorno, proprio quelle dove l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza è inadeguata.“
Cartabellotta aggiunge: “Infine, lo status di povertà assoluta che coinvolge oggi più di due milioni di famiglie richiede urgenti politiche di contrasto alla povertà, non solo per garantire un tenore di vita dignitoso a tutte le persone, ma anche perché le diseguaglianze sociali nell’accesso alle cure e l’impossibilità di far fronte ai bisogni di salute con risorse proprie rischiano di compromettere la salute e la vita dei più poveri, in particolare nel Mezzogiorno.” Come ripreso da affaritaliani.it
Il fenomeno della rinuncia alle cure non è un caso isolato. Secondo l’analisi di Gimbe, nel 2022, il 7% degli italiani ha evitato trattamenti medici nonostante la necessità, un dato ancora superiore ai livelli pre-pandemici del 2019. Questo trend riflette una crisi sanitaria che, se non affrontata, potrebbe deteriorare ulteriormente la qualità della vita di milioni di persone.